lunedì 13 agosto 2012

     Capitolo 14





Pov Edward
L'osservo mentre si alza e si guarda intorno alla ricerca dei suoi vestiti. Uno sguardo addolorato quasi deluso nei suoi occhi, faccio finta di nulla, lasciandole il suo tempo ma non perdendo neanche un piccolo movimento. Esce dalla stanza con una velocità tale da suggerirmi che  in effetti vorrebbe fuggire, mi alzo allarmato da quel pensiero. Perché dovrebbe scappare via? Abbiamo appena fatto l'amore ed è stato meraviglioso, non capisco. Privo di pudore per la mia nudità mi precipito fuori dalla camera, pronto alla sua ricerca, mi blocco davanti alla porta del bagno, dalla quale provengono dei borbottii.
Senza fare rumore appoggio l'orecchio alla superficie liscia del legno, parole sconnesse ed ovattate mi arrivano da dietro la porta. Non mi piace, no per niente!
non posso credere a ciò che sta pensando, non posso permettermi di perderla adesso che l'ho fatta mia.
Mi porto dietro le sue esili spalle, osservando il suo corpo attraverso lo specchio di fronte a noi. I suoi occhi abbassati, tristi mi fanno male al cuore, non resisto un attimo di più e la provoco, la sfido apertamente a dirmi in faccia quello che la sua testa matta le stava suggerendo.
Leggo stupore sul suo volto, non mi ha sentito entrare, l'imbarazzo è palpabile così come la forza che mi lega a lei. Non riesco a non pensare che vuole lasciarmi, non mi sembra possibile, deve essere tutto uno stupido scherzo, voglio giocarmi il tutto e per tutto, giocare sull'incertezza che leggo nei suoi occhi, nel suo corpo che inconsapevolmente freme al contatto con il mio. Ricordarle gli attimi che ci hanno visti complici ed amanti solo un momento fa e mentre le parlo con il cuore in mano, eccitandomi solo al ricordo di noi due uniti in un'unica anima, mi ritrovo a baciarla con tutta la passione ed il desiderio che ho.
Non riesco e non voglio resistere a questa sirena ammaliatrice, ogni cosa di lei è un richiamo per me, come ora che mi ritrovo quasi a divorarle quelle labbra di velluto, rosse come il peccato e dolci come il miele.
Annullo la mente, guidato dal cuore e da ciò che provo per lei la faccio mia nuovamente, con passione con ardore infinito, con amore. Perché mi rendo conto che con Bella non potrà mai essere una cosa senza senso, mi rendo conto che è lei che da senso alla mia vita. Mi rendo conto che la amo con tutto me stesso e che non permetterò a niente e nessuno di farla allontanare da me.

 
Pov. Bella

Non so per quanto tempo rimaniamo abbracciati, i respiri ormai calmi e i cuori che scandiscono lentamente il loro tempo. Le sue mani si muovono pigre lungo la mia schiena, disegnando ghirigori astratti mentre lo sento intonare una strana melodia.
Alzo la testa per poterlo osservare meglio e mi specchio in due smeraldi che osservano dolci il mio corpo dall'alto
- forse è meglio se ci vestiamo, tu che ne dici? -  La sua domanda mi coglie di sorpresa, sto così bene qua tra le sue braccia che ho non voglio muovermi per paura di spezzare questa strana bolla che ci circonda. Mi limito ad annuire, mentre le sue braccia circondano il mio corpo, tenendomi aggrappata a lui, mi conduce nuovamente nella sua stanza e con un piccolo bacio sul naso mi mette giù.
- Edward veramente…. - Non mi da tempo di finire la frase che lo vedo sparire oltre la porta per tornare due secondi dopo con un ammasso di stoffa tra le braccia
- i tuoi vestiti, o quel che ne rimane - il sorriso tenero che illumina il suo volto mentre lo dice mi fa venire voglia di baciarlo ancora, ancora e ancora.
Mi affaccio alla grande vetrata del salotto e rimango stupita quando m'accorgo che fuori è buio e tutte le luci della città sono accese. Mi perdo nella contemplazione di queste piccole gocce di luce che rischiarano il panorama come tante piccole stelle.
Un colpo di tosse discreto mi fa saltare sul posto, sposto lo sguardo e la sua immagine si riflette nel vetro dinnanzi a me, lentamente mi porto davanti a lui che osserva curioso ogni mio movimento.
- E' tardi, che ne dici se ordiniamo qualcosa da mangiare? -
Controllo l'orologio e mi accorgo con stupore che sono da poco passate le 22.30, santo cielo ho perso totalmente la cognizione del tempo da quando ho messo piede qua dentro.
Ormai ho una certa familiarità con il suo appartamento ma, mi ritrovo ugualmente a vagare per il salone, osservando curiosa ogni cosa, anche la più piccola. Ogni foto, ogni cd, ogni film in dvd passa in rassegna dai  miei occhi critici.
Un luccichio cattura la mia attenzione e come richiamata da un canto di sirena mi dirigo verso la fonte del mio interesse.
Quasi timorosa di poterlo rovinare, allungo una mano sfiorando per un solo istante quella superficie liscia, fredda, ogni mio movimento si riflette su di essa e sono quasi tentata di prenderlo dal suo piccolo piedistallo.
- Se vuoi un giorno t'insegno a suonarlo. - La voce di Edward arriva calda e roca alle mie spalle, mi volto di scatto, trovandolo molto più vicino di quanto avessi immaginato. Il suo sguardo è divertito e luminoso, - sei bellissima quando arrossisci - la sua mano fresca carezza dolcemente la mia guancia infuocata, segno che ormai il mio viso assomiglia molto ad un peperone.
- Sai, preferirei sentirti suonare piuttosto che imparare io. E poi… un uomo che sa suonare il sax…. lo trovo terribilmente sexy. - Accompagno le mie parole ad un sorriso divertito ed un piccolo occhiolino, ma posso notare come queste non siano passate inosservate a lui, i suoi occhi s'illuminano di una luce strana, una luce che non promette niente di buono o che al contrario promette molto.


***



 


La luce del giorno mi costringe ad aprire gli occhi, stordita mi guardo intorno ritrovando la familiare aria di casa. mi costringo a portare il mio corpo ancora addormentato sotto la doccia e nel momento in cui l'acqua tiepida sfiora la mia pelle le immagini di ieri sera invadono prepotenti la mia mente. Possibile che non sia stato tutto un sogno? Possibile che tutto ciò è successo veramente?
I baci, le carezze, il sesso, quelle sue parole piene d'amore e tutti quei gesti così dolci, disarmanti. Le chiacchiere seduti al tavolo con solo dei cartoni di pizza davanti, cose semplici che scaldano il cuore ma che lasciano l'amaro in bocca, niente è definito, ancora tutto aperto ad ogni possibile scenario, solo sesso senza altri fini o come m'è sembrato di capire una relazione seria? Non so cosa aspettarmi da quell'imprevedibile uomo.
Il suo "ci vediamo domani"  sussurrato a pochi millimetri dalla mia bocca,  sulla soglia di casa come un adolescente, ancora arde  sulla mia pelle con il suo carico di mille promesse. Non ha voluto sentire ragioni, doveva accompagnarmi a casa è stato irremovibile su questo punto e se devo dire la verità sono stata piacevolmente colpita da questo suo gesto. Ogni nostro gesto, anche il più piccolo, sembrava studiato nei minimi dettagli per tenere viva la fiamma che ardeva dentro di noi e che risplendeva nei nostri occhi.

*******

Finisco di  vestirmi, un maglioncino rosso ed una gonna nera, prendo la mia borsa e mi fiondo fuori dall'appartamento, neanche il tempo di mettere il piede per strada che subito il mio cellulare inizia a suonare, quando riesco a trovarlo in mezzo a questo labirinto che è la mia borsa ovviamente ha smesso. Sto per controllare chi fosse quando mi arriva un messaggio.

Sei in ritardo...
 come sempre.

il familiare numero del mittente mi fa balzare il cuore in gola ed un sorriso idiota nasce sul volto, non c'è storia, anche a distanza mi fa sempre questo effetto. Edward Cullen mi ha appena annunciato il suo ritorno all'hotel.
- Signorina Swan - il tono ossequioso, quasi di riverenza, con un sorriso falso come i soldi del monopoli, solo perché sono la figlia di uno dei padroni mi da il voltastomaco, che ci posso fare, non l'ho mai sopportata la nostra receptionist, Kate, ma purtroppo finora è stata impeccabile nel suo lavoro.
- Kate - poca confidenza e assoluto distacco, prima o poi capirà che non mi piace e la smetterà di fare la svenevole ogni volta?
Premo il tasto degli uffici e tre minuti dopo il dolce suono dell'ascensore mi avvisa di essere arrivata. Con passo di marcia, ma con sorriso idiota sulle labbra mi avvio nell'ufficio del direttore, non do peso alle parole di Mary. Appena varcata la soglia un intenso odore di dopobarba invade ogni mia cellula, Edward Cullen siede sull'angolo della scrivania, una gamba leggermente penzoloni viene mossa leggermente avanti ed indietro, la camicia bianca leggermente sbottonata sul petto fascia perfettamente il suo petto largo, quel petto che solo ieri sera ho potuto accarezzare più e più volte. I miei occhi vagano lungo la sua figura, soffermandosi sulle gambe toniche coperte da quel pantalone grigio che lo fascia perfettamente, ogni muscolo viene messo in risalto, senza esclusione di colpi specialmente per i miei poveri occhi sognanti; ed eccole lì le immagini di ieri notte che si ripresentano nella mia mente come un film a rallentatore, portando il mio corpo a reagire di conseguenza, sento il calore pervadere il mio volto, automaticamente mi avvicino a lui ma non riesco a fissargli gli occhi cosi che il mio sguardo vaga per l'ufficio.
Due dite mi sollevano delicatamente il viso finché il mio sguardo si scontra con due smeraldi lucenti che mi osservano con dolcezza e…amore.
Il volto leggermente piegato di lato, un sorriso dolce e lo sguardo intenso questo è Edward Cullen in tutto il suo splendore, questo è l'uomo che s'è impossessato del mio cuore.
Le sue mani avvolgono il mio viso mentre lo accompagna verso di se, un piccolo banalissimo bacio sulla fronte mette in serio dubbio la stabilità delle mie gambe. accidenti sono irrimediabilmente persa per lui.
- Che ci fai qui? - La mia voce un sussurro appena udibile
- Volevo vederti, non riuscivo ad aspettare questa sera. - Il sorriso sghembo, suo marchio di fabbrica, accompagna le sue parole, la lingua inumidisce le labbra facendomi capire appena in tempo i suoi intenti che, subito la sua bocca è sulla mia, ed è subito ossigeno puro. Non mi ero accorta di non respirare davvero da ieri sera quando mi ha salutato sotto casa.
- Ciao tesoro - la fronte poggiata alla mia, gli occhi che scrutano l'anima, forse alla ricerca di ripensamento che ora come ora non ce n'è.
- Ciao - il mio naso frega contro il suo collo assimilando quel suo profumo divino. Tutto di lui mi fa impazzire e infuocare tanto che devo buttargli le braccia al collo per potermi stringere al suo corpo e finalmente sentirmi a casa.
Ogni volta che sono tra le sue braccia perdo la cognizione del tempo, così che non so mai se dall'ultima volta che ho guardato distrattamente l'orologio, sono passati solo pochi minuti od ore.
- Allora che ci fai qua Edward, sei ancora in malattia se non sbaglio - il tono autoritario mentre pronuncio queste parole, scostandomi di poco dal suo corpo, ma tenendo sempre un contatto con lui.
- Te l'ho detto, mi mancavi, quindi ho unito l'utile al dilettevole, rivedo te, subito, e controllo l'albergo, non che non mi fidi, anzi hai fatto un ottimo lavoro fin'ora, ma volevo constatare con i miei occhi. - Il sorriso imbarazzato, tipico di un bambino appena scoperto a fare una marachella. Dovrei arrabbiarmi, dovrei urlare che non si fida del mio operato, dovrei sbatterlo fuori dall'ufficio e farlo scortare direttamente all'uscita, se non a casa sua, ma tutto ciò che riesco a farlo è un verso strozzato mentre nuovamente gli getto le braccia al collo con un impeto così improvviso da sbilanciarci all'indietro sulla scrivania, stupendoci entrambi per questo mio slancio di felicità e ridiamo, assieme, guardando l'uno negli occhi dell'altro e leggendovi mille e mille promesse.
Il fuoco che ci brucia nei nostri corpi prende il sopravvento sulla ragione, ed in n attimo ci troviamo accaldati ed ansimanti dopo una serie interminabile di baci appassionati. Con goffaggine cerchiamo di sistemarci al meglio sulla lucida superficie di legno, spostando, o meglio gettando questo e quello, giù dalla scrivania. Le sue mani vagano affamate sul mio corpo scivolando al di sotto del maglioncino tirandolo così sempre più su fino a sfilarlo e gettarlo non so dove, ogni movimento è accompagnato dalle sue labbra e dalla lingua che giocosa disegna ghirigori sulla mia pelle bollente.
Gemiti soffocati dalle sue labbra abbandonano le mie, mentre mi muovo su di lui incontrando la sua eccitazione. Come posseduta da non so quale demone, inizio a strusciarmi sempre più velocemente, le mutandine ormai fradice dai miei umori sfregano sulla mia intimità bagnata, mentre mani possenti artigliano i miei fianchi portandomi sempre più contro di lui.

3 commenti:

  1. Hai messo la mia canzone preferita che devo dire ci sta a meraviglia.....anche se non te lo aspetti minimamente mi è piaciuto un sacco....anche con questa fine :P

    RispondiElimina
  2. ooh era ora...
    Edwardino s'è svegliato e Bellina sta prendendo familiarità con i nuovi sentimenti per Edward...
    Speriamo duri... (-____-)
    Sembrano convinti a lasciarsi andare e questo è un bene per la coppia... e anche il fatto che Edward si sia fiondato in ufficio per "controllare" la situazione la dice lunga...
    Era ovvio poi, che andavano a finire sulla scrivania a fare cose zozze... oddio,, ci manca solo che entri qualcuno... mi auguro abbiano chiuso a chiave la porta.... non vorrei che Bella presa alla sprovvista riveda la sua posizione e rimetta distanza.
    Beh sai benissimo cosa far succedere... mi rimetto ad attendere...
    Baciuzzi....

    RispondiElimina